I green bond o “obbligazioni verdi”, nati nel 2007 e sbarcati in Italia nel 2014, costituiscono lo strumento finanziario pensato per l’attuazione della transizione ecologica.

Si tratta di obbligazioni la cui emissione è legata a specifici progetti caratterizzati da un impatto positivo in termini di sostenibilità ambientale (es. efficienza energetica, produzione di energia da fonti pulite, uso sostenibile dei terreni, realizzazione di edifici green, trasporti a impatto zero, economia circolare, trattamento e riciclo dei rifiuti ecc.).

Benefici per chi emette e per chi acquista

Con l’acquisto di greenbond, gli investitori, oltre a ricevere una remunerazione del capitale investito come accade con le normali obbligazioni, finanziano attività che contribuiscono alla tutela dell’ambiente. Al contempo imprese, banche, Stati ed Organismi sovranazionali, con l’emissione di titoli verdi riescono ad attrarre nuovi investitori, riducendo il costo dei finanziamenti ed ottenendo un ritorno positivo in termini di immagine.

Da chi vengono emessi e perché si sono diffusi?

Inizialmente le obbligazioni verdi provenivano principalmente da istituzioni finanziarie, come la Banca Mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti, poi sono stati emessi titoli anche da singole aziende, municipalità e agenzie statali.

La crescita dei green bond sul mercato è dovuta principalmente a due fattori:

  1. Il massiccio ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte di grandi imprese provenienti da paesi emergenti (in particolare Cina ed India).
  2. La crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema della sostenibilità ambientale, infatti, tutte le principali Banche di Sviluppo ogni anno rinnovano il loro impegno nella sostenibilità avviando nuovi piani di emissione di green bond.

Da parte degli investitori, entrambi i fattori portano ad una maggiore attenzione alle tematiche connesse al cambiamento climatico, centrali nell’agenda mondiale e che trovano riscontro nelle linee guida del Sustainable Development Goals (obiettivi di sviluppo sostenibile) promossi dalle Nazioni Unite.

Qualche dato sul mercato italiano

Al termine del 2022 le analisi sull’andamento dei green bond, dei social bond (impiegati per finanziare nuovi o già esistenti progetti di forte impatto sociale) e dei sustainability bond (utilizzati per finanziare o rifinanziare vari progetti sia ecologici sia sociali) in Italia riportano i seguenti dati:

  • Il mercato combinato dei green, social e sustainability bond in Italia è pari di 61 miliardi di euro;
  • Le obbligazioni verdi sono economicamente le più significative con 51 miliardi di emissioni, seguite dalle obbligazioni sociali con 7,3 miliardi e dai sustainability bond con 3,3 miliardi.

Gli standard per le obbligazioni verdi

Al momento non esiste uno standard globale per certificare come “verde” un determinato bond ma ci sono le linee guida chiamate Green Bond Principles (GBP) elaborate dall’ ICMA, (International Capital Market Association) organizzazione di autoregolamentazione e associazione di categoria per i partecipanti ai mercati dei capitali.

Aggiornate ogni anno, sono articolate su quattro pilastri fondamentali per gli emittenti del titolo verde:

  1. Identificare con chiarezza la destinazione dei proventi;
  2. Si devono seguire alcuni procedimenti particolari nella valutazione e selezione dei progetti;
  3. Garantire la massima trasparenza nel comunicare la gestione dei proventi;
  4. Rendere disponibili dei report di sostenibilità per mantenere aggiornati gli investitori sull’avanzamento dei progetti finanziati.